Ursula K. Le Guin

Ursula Kroeber Le Guin (Berkeley, 21 ottobre 1929) è una scrittrice, glottoteta, autrice di fantascienza e di fantasy statunitense.

Ha vinto cinque premi Hugo e sei premi Nebula – i massimi riconoscimenti della letteratura fantastica – ed è considerata una delle principali autrici viventi di fantascienza. La profondità e attualità dei suoi temi, che spaziano dal femminismo all’utopia e al pacifismo, hanno reso i suoi romanzi noti e apprezzati ben oltre il tradizionale circolo di lettori di genere. Tra le sue opere si ricordano in particolare La mano sinistra delle tenebre (1969) e I reietti dell’altro pianeta (1974).

Ursula Kroeber Le Guin è figlia di Alfred Kroeber, un’autorità nel campo dell’antropologia, e di Theodora Kroeber, anch’essa scrittrice, che ebbe una notevole influenza nella formazione delle sue opere. Ursula crebbe nella sua città natale presso la Napa Valley e fu subito una precoce scrittrice e appassionata di letteratura fantascientifica. Scrisse la sua prima storia all’età di nove anni e l’anno seguente inviò il suo primo racconto alla rivista Amazing Stories, che venne respinto.

Alla fine degli anni quaranta studiò letteratura maggiore all’Università della Columbia e si laureò in storia della letteratura francese e del Risorgimento italiano. Dopodiché si trasferì a Parigi, dove conobbe l’uomo che sarebbe divenuto suo marito, Charles A. Le Guin. Si sposarono nel 1953.

Nel 1962 pubblicò il suo primo racconto fantasy, Aprile a Parigi, e ricominciò a scrivere racconti di fantascienza. Il suo primo racconto di fantascienza apparve su Amazing Stories solo nel 1964, ma fu con il 1969 che arrivò la notorietà. In quell’anno vinse infatti i premi Hugo e Nebula per il romanzo La mano sinistra delle tenebre. In seguito vinse nuovamente gli stessi premi con il romanzo del 1974 I reietti dell’altro pianeta.

Vive con il marito e tre figli a Portland, nell’Oregon. Si autodefinisce anarchica e femminista, ed è una dei rari esponenti della letteratura utopica moderna.

Francisco Ferrer Guardia
Marco Camenisch